NON E' IL MOMENTO DI FARE POLEMICHE E LA COLPA NON E' DI NESSUNO.
MA PERCHE' NON SI E' DATO ASCOLTO A QUEST'UOMO?
QUESTO ARTICOLO E' APPARSO SUL CORRIERE DELLA SERA DI MERCOLEDI 1 APRILE:
"PREVEDO UN TERREMOTO".
E UN RICERCATORE SCATENA LA PSICOSI TRA L'AQUILA E SULMONA
La profezia di Giampaolo Giuliani, tecnico che fa ricerca ai Laboratori del Gran Sasso provoca il panico
di Francesco Alberti
L’AQUILA — Non bastasse lo sciame sismico che da metà febbraio ha trasformato questo angolo d’Abruzzo in una pista di rock and roll, con oltre 30 scosse di magnitudo superiori ai 2 gradi, scuole chiuse, malori, tetti pericolanti e gente sull’orlo di una crisi di nervi, a fare danni ci si è messo anche «il terremoto che non c’è»: o meglio, che sarebbe dovuto arrivare e per fortuna non c’è stato.
Annunciata con toni quasi profetici da Gioacchino, Giampaolo Giuliani, tecnico che fa ricerca ai Laboratori nazionali del Gran Sasso e che da anni sostiene di aver elaborato un metodo in grado di prevedere l’arrivo degli eventi sismici, la notizia del terremoto, che nelle previsioni di Giuliani avrebbe dovuto essere «disastroso», ha scatenato tra domenica e lunedì una psicosi collettiva, che ha mandato in tilt Sulmona e dintorni. Tale il vespaio, da costringere ieri la commissione Grandi Rischi della Protezione civile a riunirsi in fretta e furia «per rassicurare la popolazione che non c’è alcun pericolo in corso», che «la situazione è monitorata ora per ora» e che «non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un sisma». Con un diavolo per capello, il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si è scagliato contro «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false», chiedendo una punizione esemplare.E così è stato: Giuliani, che basa le sue previsioni sull’analisi di un gas (il Radon) sprigionato dalla crosta terrestre e che ha costruito enormi cubi in piombo per monitorare il suolo, ora si ritrova addosso una denuncia per procurato allarme. «È stato terribile». Il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, ancora non si è ripreso. Domenica era a Roma, al congresso del Pdl. In mattinata, una scossa di magnitudo 4 aveva squassato il suo paese. «I vigili urbani— ha raccontato—mi hanno messo telefonicamente in contatto con questo signore (Giuliani, ndr.), che mi ha annunciato l’arrivo, da lì a poche ore, di un sisma devastante. Non sapevo che fare: far scattare il piano d’evacuazione o fare finta di niente?». A Sulmona intanto tutti già sapevano. Ed è stato il panico: gente in strada con i materassi, parroci che hanno svuotato le chiese, famiglie radunate nelle palestre. Poi è passata la domenica. E pure il lunedì. La terra ha tremato ancora. Ma piccole scosse. Niente al confronto del «terremoto che non c’è».
E QUESTO E' L' ARTICOLO PUBBLICATO SU REPUBBLICA DI MARTEDI 7 APRILE:
"SONO DISPERATO, BASTAVA GUARDARE I DATI HO POTUTO SALVARE SOLO LA MIA FAMIGLIA"
di Giuseppe Caporale
L´AQUILA - Ora tutti lo guardano come una Cassandra del 2009. Gioacchino Giampaolo Giuliani, 62 anni, tecnico di laboratorio che collabora con l´Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso, non avrebbe mai voluto che la sua "profezia" diventasse realtà. Ieri è rimasto a lungo in casa, a Coppito, frazione di L´Aquila, a consumare il suo doppio tormento: per la tragedia che ha colpito la sua terra e per il rimpianto di non essere riuscito a farsi ascoltare. Poi è uscito in strada, lì ha mostrato la sua rabbia. È scoppiato in lacrime davanti alle telecamere di Porta a Porta, intervistato da Bruno Vespa: «Sapevo tutto e non ho potuto far nulla per evitare questo disastro. Ho salvato solo la mia famiglia, non ho potuto salvare gli altri. Non sapevo a chi rivolgermi». In tv, Giuliani rievoca l´escalation emotiva che ha vissuto domenica sera: «Alle 18 ho visto che c´era un valore del 2,7, il solito sciame... Alle 22 il radon correva. Alle 22.20 tutte le stazioni davano valori oltre quota 4. Alle 24, oramai disperato, ho preso la mia famiglia e l´ho portata fuori».
E ora che le macerie ricoprono L´Aquila, il primo bersaglio di Giuliani è Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. «Andatevi a leggere cosa ha avuto il coraggio di dire sul mio conto, solo pochi giorni fa. Sono stato tratto come un imbecille, come uno che si diverte a diffondere allarmi e notizie false: questo ha detto. Chi ha denigrato e sottovalutato le mie ricerche, ora dovrà chiedermi pubblicamente scusa e porterà sulla coscienza il peso di quello che è accaduto».
Il sistema che Giuliani sta sperimentando da anni e che - a suo dire - consente di prevedere i terremoti, consiste in un "precursore sismico" che analizza le concentrazioni di radon, un gas del sottosuolo. L´ultima "applicazione" della sua teoria è un grafico di due giorni fa. Nessuno lo ha considerato sufficiente per immaginare provvedimenti di sgombero dell´area poi colpita dal sisma di domenica notte. Nemmeno l´Istituto per il quale lavora, che - pochi giorni fa - ha diffuso un comunicato per prendere le distanze dalle "profezie" di Giuliani: «Le sue ricerche sono condotte a scopo personale. Si tratta di un collaboratore tecnico non laureato dell´Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Torino, che svolge la sua attività presso i laboratori del Gran Sasso. Questo ente non ha come missione lo studio di terremoti o altri fenomeni legati alla geofisica».
Giuliani è stato denunciato una decina di giorni fa dal sindaco di Sulmona per aver allarmato la popolazione. «Ma io mi ero limitato a fornire dei dati, senza l´intenzione di voler procurare allarmi. Ripeto, non c´è nulla di strano nelle mie ricerche. In questi quasi dieci anni di studio, attraverso il "precursore sismico" abbiamo potuto riscontrare che il territorio di L´Aquila è interessato sempre nello stesso periodo da uno sciame sismico, non intenso e, per questo, in genere non percepito dalla popolazione. Quest´anno è stato più intenso e con delle scosse più forti. Tutto qui. Avevamo ragione allora, abbiamo avuto ragione oggi».
Nelle ore immediatamente precedenti la tragedia, il ricercatore-Cassandra ha dato alle persone a lui più vicine un consiglio che, con il senno di poi, suona inquietante. «Papà consiglia di non dormire all´Aquila stanotte» ha detto la figlia di Giuliani anche ad alcuni suoi amici. «Non chiedetemi perché, mio padre non può dire nulla. Ma dategli retta». Poche ore dopo, il terremoto si è scatenato. «Una situazione drammatica, nemmeno durante i bombardamenti in guerra si vedevano cose del genere. Una sensazione tremenda. E per me - dice il ricercatore - si aggiungeva la rabbia».
Giuliani condivide l´opinione che uno "sciame sismico" non è sufficiente a prevedere un terremoto distruttivo. «Ma con il mio sistema, sì che si può sapere quando è vicino un terremoto. Il "precursore sismico" dà la possibilità di prevederlo con un margine tra le 6 e le 24 ore, calcolandone epicentro, intensità e ipocentro. Perché la scienza non lo ammette? Non lo so. A chi non mi ha creduto, dico solo che il dizionario di uno scienziato non dovrebbe contenere la parola impossibile. Lo insegna la storia».